COS’E’ IL CIRCO - SOCIALE

Con il termine circo sociale si fa riferimento ad una metodologia che utilizza le arti

circensi come strumento per la diffusione del benessere sociale. Il circo sociale è quindi un

mezzo di intervento sociale; è un approccio dinamico basato sull'arte-educazione per lavorare con chi si trova in situazioni di disagio (es: carceri, ospedali, zone periferiche a rischio di devianza, ecc…) in particolare rivolta ad un’utenza giovanile, utilizzando strumenti pedagogici alternativi. Combinare l'apprendimento e il processo educativo con il gioco e il divertimento è un punto importante per poter supportare un desiderio di dare continuità all'esperienza, specialmente per quanto riguarda minori il presentare un’attività educativa come un momento ludico e divertente è fondamentale. L'arte diventa quindi non esclusivamente il fine, ma il mezzo che si trasforma in un veicolo di trasmissione di saperi. L'arte crea la base per una migliore comprensione di nuove esperienze, spesso non raggiungibile attraverso un semplice passaggio di concetti verbali che non sono legati alle emozioni della persona. Attraverso il fare arte si impara ad esprimersi e ad interagire meglio con il mondo circostante.

L'arte si rivela un efficace metodo di inclusione sociale e di educazione contro la violenza.

L'attività di circo è un'attività non competitiva, di sviluppo personale e di scambio sociale e culturale, all'interno della quale ciascun partecipante cresce e si misura con se stesso, cercando di sviluppare nuovi metodi di comunicazione (verbali e corporei). I partecipanti sono guidati pian piano ad entrare nella parte dell'artista di circo e imparano in questa maniera a esprimersi e giocare con e per gli altri.

 

IL VALORE PEDAGOGICO DELLA GIOCOLERIA

Nella scuola viene chiesto di imparare tanto, di cui a volte, purtroppo, non rimane molto.

Da questa considerazione nasce la ricerca di nuove, funzionali ed efficaci forme di insegnamento. L’intenzione non è di copiare il circo reale, ma di assumere il circo, in particolare la giocoleria, come punto di partenza per un lavoro creativo, armonico e formativo.

I programmi didattici delle scuole richiedono agli insegnanti di aiutare i ragazzi a sviluppare le loro competenze nell’area individuale, nell’area sociale e le competenze nelle discipline scolastiche, fisiche e mentali: queste competenze e caratteristiche sono sviluppate e stimolate anche nelle discipline circensi.

La giocoleria è gioco in movimento e attraverso il movimento i soggetti conoscono meglio se stessi e gli altri, sviluppando i propri potenziali; è dimostrato che il bambino piccolo impara giocando, capacità che conserva anche quando diventa più grande.

Il gioco è divertimento e quindi i bambini non lo vivono come lavoro; inoltre il tema e gli attrezzi riescono a stimolare da subito il loro entusiasmo e il loro interesse.

Apprendimento attivo in quanto, durante il gioco, inteso anche come lavoro creativo e formativo, i soggetti sono attivi, fanno da se, spinti dalle loro esigenze e desideri, apprendendo attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi.

La Giocoleria rende sensibili alle nostre esigenze e a quelle degli altri, questa esperienza fa in modo che tutti siano accettati e che ciò che è ritenuto un difetto diventi una qualità.

Il lavoro richiede grande responsabilità verso se stesso, verso gli altri, verso gli oggetti (attrezzatura, spazio), per questo sono fondamentali alcune semplici regole di comportamento che permettono di far svolgere il laboratorio in assoluta serenità e le possibilità di crescita si moltiplicano.

In questo tipo di attività la comunicazione diventa universale: non esistono problemi di lingua, se non quelli che ci creiamo da soli!

I bambini sono reattivi e, in queste esperienze, è importante che non sia solo l’educatore a dirigerli, è fondamentale lasciare loro lo spazio necessario per attuare una sperimentazione attiva, del successo progressivo, ma anche (e soprattutto) del passaggio dal concetto di insuccesso a quello di prova costruttiva e finalizzare entrambi al raggiungimento di uno scopo dinamico, cioè in continua evoluzione.

La giocoleria richiede e favorisce un’applicazione e una concentrazione continua, i ragazzi imparano ad usare meglio alcune parti del cervello, a rilassarsi nei momenti di stress, ma sviluppano anche caratteristiche che facilitano l’apprendimento e l’attenzione per quanto riguarda il normale curricolo scolastico.

 

CLOWNERIE: CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE E EDUCATIVE

Il clowning si sta diffondendo in molti settori dell’educazione: oltre ad essere un’attività molto praticata in ospedale, è divenuto uno strumento per avvicinare ragazzi “difficili”, un modo per incontrare popolazioni in situazioni di disagio e una tecnica psicomotoria nella scuola.

La clownerieè un'esperienza che integra l’unità tra mente e corpo, aiutando a (ri)costruire la creatività, inoltre permette di provarsi, quindi analizzarsi, ed entrare serenamente in contatto con se stessi e l'altro. Il clown aiuta a costruire un'immagine positiva di sé, a recuperarne il meglio, i talenti che si hanno dentro e che non verrebbero mai fuori se non è data l'occasione o lo stimolo per farlo.

La clownerieè un modo per conoscere il proprio corpo, per educare e per educarsi ad esprimersi.

Il clown è una persona che conosce a fondo il proprio corpo, le proprie possibilità e con qualcosa di molto semplice vuole comunicare la sua vita, le sue gioie e lo fa attraverso il corpo; sceglie il linguaggio gestuale come strada che permette di cogliere e rispettare le diversità, di conoscersi, di lasciare un segno del suo passaggio nel mondo.

Il clown favorisce l'esplosione di sé nella fantasia, tutto quello che non abbiamo osato fare, osato dire, osato credere, l'osare adesso e per davvero nell'istante presente del “qui e ora”.

Il clown è la dinamica di uno stato che l'attore costruisce nell' estremo presente dal quale sorge l'emozione, passando dal riso al pianto, dalla tenerezza alla ferocia.

Il clown è uno stato, tra i tanti possibili, più che un personaggio, dove nulla è impossibile! Uno stato che il soggetto costruisce, partendo dalla sua verità profonda, con le sue qualità e i suoi difetti fisici e psicologici, con le sue attitudini, le sue posture corporee e mentali, la sua maniera di pensare, di parlare, di muoversi….i suoi smarrimenti…i suoi innamoramenti. “…meglio ridere con sé che di sé”

 

COMPETENZE DELL’EDUCATORE CIRCENSE

Uno dei principi che guida il lavoro proposto in questo laboratorio è dare rispetto al rispetto: ogni alunno è considerato un individuo unico e singolare.

L’Educatore circense deve saper:

  1. Percepire e valorizzare ogni conquista dell’alunno
  2. Non stimolare la competizione esterna, l’unica che interessa è quella individuale con se stessi
  3. Prestare attenzione, per poter percepire ogni piccolo progresso di apprendimento; ciò deve essere visto come appoggio al processo, ma il responsabile dell’apprendimento è proprio l’alunno, l’educatore è come un’estensione
  4. Spiegare trucchi e metodi di apprendimento, anche i segreti (caratteristica storica del circo, dove le tecniche sono raccontate e spiegate in una relazione di complicità e confidenza)
  5. Il tempo di ognuno, la singolarità propria di ogni alunno deve essere rispettata e valorizzata: non tutti i partecipanti al corso apprendono nella stessa forma, nello stesso tempo, nello stesso modo. Non esiste il migliore o il peggiore, ma semplicemente una differenza che viene letta come singolarità e ricchezza nella condivisione.